Azioni illiquide: per l’ACF la Banca Popolare di Lajatico deve risarcire il risparmiatore

Nel panorama finanziario odierno, molti cittadini affidano i propri risparmi alle banche nella speranza di vederli crescere o, quantomeno, di preservarne il valore. Tuttavia, non sempre le operazioni di investimento si rivelano in linea con le aspettative o, ancor più grave, con il profilo di rischio del cliente. È in questi contesti che emerge l’importanza di organismi come l’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF), uno strumento di tutela per i risparmiatori.
Una recente decisione dell’ACF del 4 giugno 2025, ottenuta per un nostro assistito, offre un importante spunto di riflessione su questi temi, mettendo in luce le responsabilità degli intermediari finanziari in merito agli obblighi informativi e alla valutazione di adeguatezza degli investimenti.
Cosa ha stabilito il Collegio dell’ACF?
Il caso riguardava un nostro cliente che, dichiarando di non avere alcuna conoscenza in materia finanziaria e di affidarsi pienamente ai consigli della Banca per investimenti volti a preservare il capitale e a consentire un facile smobilizzo, aveva acquistato azioni emesse e collocate dalla stessa Banca Popolare di Lajatico nel 2016. Il cliente era stato rassicurato sulla facile liquidabilità dei titoli.
Tuttavia, verificata la sostanziale impossibilità di vendere tali titoli, l’investitore, tramite la nostra tutela, ha fatto ricorso all’ACF lamentando:
– la mancanza di informazioni preventive sulle caratteristiche del titolo, sulla sua elevata rischiosità e sulle implicazioni dell’operazione, anche in relazione alle indicazioni della Comunicazione Consob n. 9019104 del 2009 relativa ai titoli illiquidi;
– l’inadeguatezza dell’investimento rispetto al suo scarso livello di conoscenze ed esperienze finanziarie e alla sua propensione al rischio, qualificata dalla stessa Banca Popolare di Lajatico come “bassa”;
– il fatto che l’operazione fosse stata una raccomandazione e non una scelta autonoma.
Nonostante la Banca Popolare di Lajatico avesse sostenuto di non aver fornito consulenza e che le azioni fossero liquide al momento dell’acquisto, il Collegio dell’ACF ha ritenuto il ricorso del cliente meritevole di accoglimento.
In particolare, il Collegio ha rilevato che:
– l’’intermediario non ha dimostrato di aver rispettato gli obblighi di informazione attiva nei confronti del cliente al momento dell’investimento; omissione di per sè sufficiente a radicare la responsabilità risarcitoria di tale Istituto di Credito;
– la Banca Popolare di Lajatico aveva l’obbligo – non assolto – di effettuare una valutazione di appropriatezza dell’operazione;
– sulla base della profilatura del cliente, che indicava una propensione al rischio “bassa”, tale valutazione avrebbe dovuto avere un esito negativo; se fosse stata effettuata correttamente, avrebbe aumentato la consapevolezza del cliente sui rischi correlati all’investimento.
A fronte delle violazioni accertate, il Collegio ha condannato l’Intermediario a risarcire il danno subito dal cliente pari alla differenza tra il capitale originariamente investito e il valore attuale delle azioni, oltre a rivalutazione e interessi legali.
Cosa possono fare i cittadini in situazioni simili?
Questa decisione sottolinea principi fondamentali per la tutela del risparmiatore:
– il diritto all’informazione: gli intermediari finanziari hanno un dovere preciso di informare chiaramente e completamente i clienti sui prodotti finanziari offerti, le loro caratteristiche e i rischi, soprattutto quando si tratta di strumenti complessi o potenzialmente illiquidi;
– la valutazione di appropriatezza: anche in assenza di un servizio di consulenza esplicito, la Banca deve valutare se un’operazione proposta è “appropriata” per il cliente, tenendo conto delle sue conoscenze, esperienze e propensione al rischio; se l’operazione non è appropriata, la Banca dovrebbe sconsigliarla o, quanto meno, informare il cliente in modo puntuale su tale inadeguatezza;
– non affidarsi solo alle “rassicurazioni”: è fondamentale che il cliente richieda sempre documentazione scritta e si assicuri di comprendere appieno ogni aspetto dell’investimento, senza accontentarsi di generiche rassicurazioni verbali sulla liquidità o sicurezza del capitale.
La decisione conferma che l’Arbitro per le Controversie Finanziarie è uno strumento efficace per i cittadini che ritengono di aver subito un danno a causa di condotte non corrette da parte della propria Banca o Intermediario.
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